Scrivo poco e vivo molto.
Se proprio sto esplodendo d'inchiostro al cuore, mi piace grattare la carta
con una pilot 0.7 nera.
Periodo di vite accavallate.
Nessuna parvenza di ordine. Mondo storto intorno a me.
Scrivere è un terapia, e forse quando smetti di farlo in modo compulsivo, significa che
stai sulla buona strada per guarire.
L'alternativa è che sto morendo, ma mangio e rido troppo
per avere l'aria smunta e il cuore spento.
Odore di plastica e colla, nastro adesivo e cartone.
Su quel pavimento avrei sempre voluto mettere un tappeto rosso ikea, di quelli giganti e pelosi.Ora che lo vedo quasi del tutto sgombro, penso che quel tappeto sarebbe stata l'ultima cosa da portare via. Di tanta casa, proprio l'ultima.
A 15 anni avrei fatto la lista di quello che lasciavo. inchiostro nero ed elenco puntato
1.
2.
3.
..
..oggi ne ho troppe di cose da lasciare per poterle scrivere tutte.
Anche perchè molte non hanno nemmeno un nome.
I nomi che si cerca di dare agli attimi hanno sempre qualcosa di ridicolo.
Gli scatoloni dei libri non riesco a chiuderli.
In rappresentanza, ne ho tenuti fuori 4.. sempre i soliti.
non metto più in ordine e dalle pareti stacco una cosa ogni 24h.
Non reggerei troppo bianco tutto insieme.
Il divano di pelle "dove d'estate ci sudi veramente troppo" è già altrove, davanti a una
impersonale boiserie in legno scuro.
Nel frattempo, il gatto si accontenta del mio letto.
Non riesco a parlare, nè a scrivere, della mia stanza.
Mi ricorda il mondo intero, e così sarà sempre.
L'unica consolazione, quando dormirò qui l'ultima notte,
è che tu, il tuo sangue marcio e la tua puglia, non avete mai messo piede in questa casa.
A.M.
Via Calcutta 21, Roma.
giovedì 15 aprile 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento