e tu, non ridere.


Se il vero è questo nostro tempo da dimenticare
a volte viene in mente che è meglio vivere d'amore.
Avevo un gran timore di non capir più niente del sentimento umano
ma dopo poche ore avevo lei per mano.
Era di primavera, non mi ricordo il mese e neanche l'anno
vidi la gioia fermarsi e farmi un cenno.

Inadeguatamente mi abbandono a questa dolce sconosciuta
l'unica degna di ossessionare la mia vita.
Poi tolgo il cuore dal suo corpo tenue di fanciulla
ma per giocare come un bambino con la palla.

E tu non ridere mio dolce amico
non dare ascolto alle mie stupide emozioni
e tu non ridere che in fondo il mondo
è questo assalto di dolci confusioni.

Così stupita guardava il cielo, il bello, i criminali
ma senza impegno, come fanno le piante e gli animali.
Era persino troppo emozionante per chi allena il suo cuore
coi bei concerti, i discorsi importanti e le letture.
Si camminava casti per la strada o in riva al mare
come due innamorati della Cina Popolare.

E tu non ridere mio dolce amico
non dare ascolto alle mie stupide emozioni
e tu non ridere che in fondo il mondo
è quest'assalto di dolci confusioni.

In una notte calda, piena di abbandono e di tremore
come si suole fare, abbiamo fatto l'amore.
Poi tutt'a un tratto ho visto nei suoi occhi un velo di malinconia
e stranamente, senza dire niente, se n'è andata via.
La luce mia si è spenta e piano piano mi sto spegnendo anch'io
ora è silenzio, nirvana, pace e notte... oblio.

E tu non ridere mio dolce amico
non ti stupire di questa storia mai esistita
si può anche vivere senza capire
se il vero è il sogno o il resto della vita.

(Giorgio Gaber)

venerdì 19 febbraio 2010

Approfitto dei colori.


Forse è un sogno e non me l'hanno detto.

Manciata infinita di giorni bruciata in un pensiero: il mondo aveva fretta, ma sono stata al passo.
Penso a poche ore fa, ed era autunno, Natale, Capodanno. Un mese e mezzo volato, nel bene e nel male, tra ricci color carbone e pagine di diritto. La neve su Roma è realtà e metafora di questa parentesi vellutata: nessuno l'avrebbe detto. Roma bianca come nel 1985, la mia vita senza sigarette, un esame all'università di cui avevo il terrore, superato al primo, timidissimo tentativo.
In fondo è successo tutto e niente allo stesso tempo...ma penso che la felicità sia l'attimo in cui la meraviglia illumina il tuo quotidiano. Cercarla e trovarla nell'ultimo film uscito al cinema è fin troppo facile, fin troppo comodo.
Novità etichettano il mio cielo, senza disturbare le nuvole di sempre: un amico speciale che mette in ordine la sua vita, facendosi spazio tra le vie di questa città; un ottimo countdown di esami universitari, in quei due anni che, posso giurarlo, saranno tra i più emozionanti della mia vita; i tuoi occhi, gli unici che sanno farmi sentire giusta..io, che mi sono sempre stata stretta e che non mi bastavo mai; un progetto di tesi nel cassetto e il pensiero che, in fondo, posso farcela anch'io; i capelli castani che si intravedono dopo 5 anni di rosso fintissimo; la voce di un'amica dai capelli color miele, che sa prendermi poco sul serio quando serve, e che sa esattamente quando voglio il caffè ma non ho il coraggio di chiederlo.
Un arcobaleno niente male, che ho intenzione di godermi fino a che non pioverà di nuovo.
Approfitto dei colori per pensare che alla fine dell'estate gli occhi color nocciola più malinconici che abbia mai visto, mi diranno che vuoi sposare quella ragazza dai capelli scuri che ti ha cambiato cuore e vita: è vero, mi hai dato buca a capodanno, ma sono felice per te, dottore. Approfitto dei colori per iniziare a scrivere su un giornale locale, pianificare la mia estate, immaginare come sarà il concerto degli U2 tra qualche mese. Mi hai dato quella busta la sera del mio compleanno, e il singhiozzo non l'ho trattenuto granchè bene, ma al cameriere e tutti quei clienti non ha dato poi così fastidio. Due biglietti, stadio olimpico, Bono Vox: no, non c'è nient'altro che vorrei.
Apro il nuovo libro di Baricco. Era lì dal 23 Dicembre. Me lo regalasti tra il legno lucido di un irish pub e l'odore della pioggia su Roma. Mi piace scoprire che la protagonista si chiama proprio Andrea, come volle anche mio padre, 23 anni fa.. e mi piace pensare che anche questo sia un regalo per me. Approfitto dei colori per sognarti, l'istante dopo che di notte mi hai svegliata, solo per sentirmi, solo per sentirci. Approfitto dei colori per dirti che quando ti sei laureato, con il papillon enorme e la barba lunga, mi è venuto un po' da piangere; ne approfitto anche per dire qualche grazie in più.. ai capelli color miele di cui sopra, senza i quali avrei gettato la spugna di fronte a quel prof., senza i quali non avrei passato 4 giorni meravigliosi, tra una puntata di scrubs e un piatto di pasta perfettamente al dente. Approfitto dei colori per ascoltare l'ultimo album di Grignani, il cui titolo somiglia tanto alla mia vita, oggi. Approfitto dei colori per dire che sto bene, anche se ho solo un cazzo di blog per sgonfiare il cuore che trabocca di emozioni.


"Vorrei nasconderti tra le mie ali
per non farti cadere giù,
per non farti trovare a terra
tra le cose che con te non c'entrano,
ma che per colpa mia ti sfiorano e ti feriscono.
vorrei proteggerti dalla parte sbagliata del mondo
ma tutto quello che posso fare,
ogni volta che cado
è rialzarmi tenendoti in braccio
e riprendere il volo.

Poi sposti i capelli e fai una smorfia strana
che capisce soltanto chi ti ama come me."

Grignani, romantico rock show.