domenica 1 aprile 2012
Agart - Niente dolcificante nel caffè
Non penso di saper cucire le parole giuste, dopo così tanto tempo che l'horror vacui del foglio bianco ha la meglio su di me.
Al massimo posso rammendarle.
Bucandomi le dita.
Sporcando l'ago di sangue rappreso.
Ciao, bianco: avevo dimenticato il tuo sapore amaro...
eccomi qua, a mandarti giù di nuovo.
Non ci riuscivo più, ero gelosa delle mie parole, talmente tanto che avevo dimenticato cosa significhi stare qui a vomitare colori, ombre, peccati.
Ne ho bisogno, intossicata di filo d'inchiostro, soffocata da me stessa
e da tutto ciò che invade la mia testa.
Sono nata per questo, in fondo: stare in silenzio e
fotografare/annusare/guardare/respirare
per poi non riuscire a contenere tutto questo.
Non tutto insieme.
Non riesco.
E allora scrivo.
Senza fumare, sbattendo solo le palpebre e respirando nervosamente col naso.
Dopo il punto finale sono vuota.
Sono.
E sorrido, lenta, con gli occhi rossi.
Dicevo che sono qui di nuovo, perchè qualcosa me l'ha chiesto.
Siamo talmente presi da noi stessi, che a volte devono suggerirtelo gli altri, cosa devi fare per stare meglio.
Ho aperto un messaggio di posta per sbaglio, tra le centinaia di cose non lette, pubblicità e truffe.
Una riga sola, due frasi, nessuna virgola.
Mi chiedeva di scrivere, con l'esatta semplicità e gentilezza
di chi tende la mano e ti dice di rialzarti.
Ti ringrazierò a vita, chiunque tu sia.
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C'è un sentiero fitto da attraversare, qui dove la luce filtra opaca bisogna avanzare adagio.
RispondiEliminaSegui il sentiero, troverai una strega bianca, con un sorriso beffardo, con un bicchiere colmo di un liquore dolce che ti riempirà il cuore.
Agart